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SIMERI E CRICHI: origini e storia amministrativa

di Marcello Barberio

Il territorio del comune di Simeri Crichi è delimitato naturalmente dal Mare Ionio, dai fiumi Alli e Simeri (1) e dalle pendici della Sila Piccola e si estende per 46,75 Kmq nell’entroterra del Golfo di Squillace, in provincia di Catanzaro. Il capoluogo Crichi è situato sul pendio di una collinetta semicircolare, a 465 m.s.l.m.; Simeri sorge su uno sperone roccioso, a lato del fiume omonimo, e comprende il “Vaglio” col castello e la chiesa collegiata de jure patronatus di Santa Maria Cattolica o dell’Itria e, su un terrazzo più basso, l’antico quartiere bizantino della Grecìa e la Giudecca (2)

L’ordinamento amministrativo francese del 1807 riconobbe Simeri e Crichi “Luoghi” o “Universitas”; col riordino del 1811, Simeri fu riconosciuto “Comune” nel circondario di Soveria (3) e, con decreto 507 del 16.9.1848, Crichi fu elevato a capoluogo del “Comune riunito”.

        

    

Le prime frequentazioni umane del territorio risalgono almeno al Paleolitico Superiore, testimoniato dalle rotelline d’osso, dai bulini, dai raschiatoi e dai manufatti litici della Collezione Preistorica del Museo Provinciale di Catanzaro, mentre le suppellettili delle necropoli miste (ad incinerazione e a cremazione) provano l’evoluzione dei cavernicoli dell’Età della Pietra fino all’Eneolitico e alla comparsa dei primi metalli e della cultura villanoviana. (4)

La compresenza nei corredi funebri di ambre e ossidiane, la persistenza di oggetti di bronzo accanto a ornamenti ed armi di ferro, la varietà del rito di seppellimento testimoniano la sovrapposizione di diverse civiltà e confermano che le popolazioni autoctone avevano allacciato intensi rapporti commerciali con i popoli del Mediterraneo e con quelli del Baltico, ancor prima del I Millennio a.C. e della colonizzazione greca. (5).

Secondo una persistente tradizione orale, il primo tentativo di edificazione fu operato da cricche di transfughi della vicina Sellia, i quali s’incriccaru (litigarono) con altri gruppi sociali durante la festa du zillusu( litigioso) e abbandonarono il loro paese, per sistemarsi in prossimità del convento di Santa Maria delle Grazie di Porticello,  non lontano dalla chiesetta eremitale  della Cona o di Fra’ Rocco, ancora oggi meta di pellegrinaggio e di devozione sia dei Crichesi che dei Selliesi, in occasione della festa dell’Addolorata, alla terza domenica di settembre.

Nel “Regesto Vaticano per la Calabria” di Francesco Russo (Vol. V, n°25148) è ricordata a Crichi, nel 1596, “L’Ecclesia seu Cappella S. Gregori”, data in commenda a Lorenzo Gilvettis dal vescovo di Belcastro, Orazio Schipani. (6) Pertanto, alla fine del XVI secolo, il paese esisteva già, anche se nella “Istorica descrizione del Regno di Napoli” del 1795, G.M. Alfano annotava:” Crichi Villaggio, da pochi anni si è cominciato ad abitare…fa di popolazione 683”.

Per quanto riguarda Simeri, le fonti storiche sono meno avare.

                                    

 

                                                                                                                    

Semirus oppidum est, edito loco…a reliquiis Trischenis, ut conjcitur, vel fundata vel aucta” scriveva Gabriele Barrio, in “De antiquitate et situ Calabriae”, e confermavano Leandro Alberti, G .B  Nola-Molisi, Girolamo Marafioti, Giovanni Fiore e Domenico Lamamnis.

Erat Trischene ad mare sitacivitas nobilis et magna ac populosa, muris et turribus cincta, inter Crotalum et Semirim, amnes non longe a freto” si legge nella “Chronica Trium Tabernarum” del canonico catanzarese Ruggero Carbonello del XIII secolo. La città fu fondata da 3 sorelle di re Priamo (Aetylla o Attila, Astyoche e Medicaste) e da profughi di Troia approdati in queste contrade “nel 2797 della creazione del mondo, innanzi l’era di Cristo 1757” (7): era composta dai 3 corpi urbani di Palepolis o Uria, Athenapoli ed Herapolis, prossimi ai fiumi Uria, Simeri e Crotalo, lungo il vecchio dromos di collegamento col Lacinio e con Sybaris. Distrutta dai Saraceni al tempo delle “universali ruine di Calabria” del IX-X secolo, i suoi profughi errarono in “colonnette” tra i monti dirimpetto, fino a quando, con l’aiuto del generale Niceforo Foca (8), tra il IX e il X secolo, fondarono Simeri, Sellia, Catanzaro, Taberna Montana, presidi “greci” conquistati nel 903 da Abul el Abbas e nel 933 dal saclabio Sain, che li aggregò all’emirato di Scillezio.

Simeri fu liberato l’anno successivo dai Bizantini., che gli diedero i propri “Capitoli, Grazie e Stabilimenti”, confermando la divisione dei ceti (nei 3 ordini di Nobili, Honorati e Minores o Popolari) e le prerogative del Privilegio Diplomatico concesso a Trischene nel 639 dall’imperatore di Bisanzio Flavio Eraclio. (7)

Riferisce Luise Gariano che nell’antica chiesa maggiore di Simeri, divisa in tribus navis, era custodita l’iscrizione “Joannis Episcopus Simmarientis Trischines”, mentre nel “Liber Censuum” di P. Fabre è riportato un atto del 1091 riguardante Teodoro Mesimerio, vescovo di Simeri, che ancora si definiva “Vescovo della Tre Taberne” della distrutta Trischene.

Ancora nel 1879 resistevano sulla collina della Petrizia “quattro torri d’antico laterizio” di Castrum Minervae (lo stesso teonimo di Athenapolis o Castel Minerva delle Cronache medievali), ricordata da Dionigi d’Alicarnasso, da Virgilio (come primo approdo di Enea in Italia), da Varrone e nella Tabula Peutingeriana. (9)

Nel “Syllabus Graecarum Membranarum” di Francesco Trinchera è ricordato Simeron nel 1124, nel 1209 e nel 1228; nelle “Rationes Decimarum Italiae” di Domenico Vendola è ricordato “Castrum Symari” nel 1310.

Nella Cronica di Taverna di F.Galas è scritto: (in seguito alla guerra di Crotone con Sybaris del 510 a C) “toccandoli agli Uriti i prigionieri di Sybari destrutta, li collocarono al di là del fiume Marvotrichison (Simeri o Ortica), nella Rocca per custodia delli confini”.

Per certo, molto tempo dopo, “colonnette” di Trischenesi erranti ripararono in luoghi più impervi, sulle colline di rimpetto, dando vita ai quartieri della Grecia di Simeri e di Catanzaro.

Nel “Vaglio” di Simeri, i milites bizantini edificarono il castello, che passò al dominio dei Normanni, prima d’essere aggregato alla Contea dei Ruffo nel 1240 e poi alla signoria degli Angioini, degli Aragonesi, ai Borgia (10), ai Ravaschieri, ai Fiore, ai Barretta-Gonzaga e ai De Nobili, fino all’eversione della feudalità nel 1806. A Simeri (11), nel 1050, nacque San Bartolomeo, grande calligrafo, innografo e diplomatico, fondatore di circa 40 monasteri basiliani.

Ancora nel 1531 i cittadini di Simeri rivendicavano i propri Capitoli (A. Usi Civ. CZ, Vol 7, n°1540), che comprendevano i regolamenti sui mercati, sui pascoli, sull’elezione dei Giudici, sulle consuetudini disattese dal conte Miche Ayerba. I gravami feudali prevedevano, oltre alle contribuzioni dirette e indirette, i jussi locali particolari (come la provvista della dignità ecclesiastica nella chiesa collegiale di jus patronato di S. Maria Cattolica) e lo jus proibendi o privativo sui mulini, sulle acque, sui trappeti, sulle nascite, sui matrimoni, sulla fiera di S. Giannello (con i caratteristici giochi equestri).

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A Crichi, nell’estate del 1809, fu consumata “la novella strage degli innocenti”, cioè l’uccisione di 38 bambini (figli dei legionari delle Guardie Civili), per mano dei briganti filoborbonici della banda di Bartolo Scozzafava di Tiriolo, che li scannarono e li buttarono nelle fiamme, facendo inorridire l’intera Europa. Una grande tela neoespressionista di Domenico Cefaly rimane a monito per le future generazioni.

 Bibliografia essenziale:

Marcello Barberio: 1) Da Ocriculum e Trischene, 2) Simeri Crichi olim Trischene, 3) Taverna, dalle origini ai giorni nostri, 4) Palepoli, dalla Troade a Catanzaro.

Marcello Giovene, Simeri e i suoi casali.

Appendice di

STORIA AMMINISTRATIVA

Con la Pace di Costanza del 1183, l’imperatore del Sacro Romano Impero Germanico riconosceva una certa autonomia alle città italiane, amministrate dai Consoli (Comune Consolare dell’XI-XII secolo, seguito nel XII-XIII secolo dal Comune Podestarile, perché retto da un Podestà). Solo a partire dal XIII secolo si affermò il Comune del Popolo, (con le “ Parti”), retto dal Capitaneus Populi (Capitano del Popolo), coadiuvato da associazioni volontarie, come le Corporazioni d’arti, le Confraternite laicali e religiose, i Priorati.

Il Regno di Napoli, invece, rimase imbrigliato nelle maglie del sistema feudale, fino alle leggi eversive del 1806 di Giuseppe Napoleone.

Il 12 marzo 1405, l’Unità di Simeri otteneva l’approvazione dei “Capitoli, Grazie e Stabilimenti” da parte del conte Alfonso Ayerbis de Aragona; anche i 9 Prefetti delle Arti erano eletti annualmente, il giorno dell’Epifania, dal corpo della nobiltà.

Durante il dominio borbonico, nel Regno di Napoli le comunità locali –   sia nelle Terre feudali che nelle città demaniali   –   erano rette dal Parlamento dell’Universitas (eletto a suffragio maschile), composto da un Sindaco, 2 Eletti, 1 Mastrodatti, 1 Baglivo, 1 addetto all’Erario.

I Francesi sostituirono il Parlamento col Decurionato (10 Decurioni eleggevano ogni anno il Sindaco, 2 Eletti, gli impiegati e i Revisori dei Conti): erano eleggibili a Decurioni i cittadini maggiori di 24 anni d’età e con un certo reddito

Con Decreto 8.8.1806, i Francesi di Napoleone Bonaparte ordinarono l’amministrazione civile del Regno di Napoli e con Decreto 8.12.1806 definirono la divisione delle Provincie in Distretti e Governi, successivamente denominati Circondari.

L’ordinamento amministrativo fu disposto con legge 18 Gennaio 1807, che riconobbe Simeri, Soveria e Crichi come Luoghi, ossia Università, nel Governo di Belcastro (Crichi, invece, fu incorporato in quello di Cropani), nel Distretto di Catanzaro, Provincia di Monteleone (Vibo Valentia). Catanzaro fu nuovamente riconosciuto capoluogo di Provincia col riordino Borbonico del 1816. Con Decreto istitutivo del 5.4.1811, Simeri fu riconosciuto Comune, nel Circondario di Soveria, e gli furono attribuite le frazioni (Villaggi) di Crichi e La Petrizia. La stessa legge sostituiva il Parlamento dell’Universitas col Decurionato.

I primi Sindaci decurionali furono: Vincenzo Infantini, Giacomo Napoli, Giuseppe De Mare e Sebastiano Lopez (dopo i sindaci “parlamentari” Nicola Vento, Giuseppe Riccio, Fiore Longo, Pompeo Cundari, Michele Cundari.

Col riordino borbonico (L.360 del 1.5.1816) Simeri e Crichi rimasero nell’unico Comune di Simeri, ma La Petrizia veniva aggregata al Comune di Albi (dal 1956 fa parte del neo-comune di Sellia Marina).

Nel 1846 il sindaco Francesco Mantia fece istanza al Re per elevare Crichi a capoluogo comunale. Con Decreto 16.9.1948 veniva istituito il Comune riunito di Simeri e Crichi (con Crichi elevato a sede comunale, al posto di Simeri). L’anno successivo veniva trasferita a Crichi anche la sede della Guardia Nazionale con i suoi 179 militi attivi, al comando del capo plotone Vincenzo Sorrentino. Al momento dell’annessione al Regno d’Italia nel 1861, era sindaco Domenico Mirante (dopo una breve parentesi di G.B. Passante, nel 1854), il quale nel 1864 faceva (inutilmente) istanza di modifica della denominazione del comune (in Crichi Simeri).

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Al Plebiscito per l’Unità di Italia, del 21 ottobre 1860, gli elettori di Simeri Crichi votarono in maggioranza SI (243 SI e 27 NO).

Nel 1871 era ancora sindaco Domenico Mirante. Da gennaio 1872 sino al 1878 il comune fu retto nuovamente da Francesco Mantia, cui succedette nel 1879 Nicola Lopez (ff) e poi Pietro Sculco, Michele De Salazar (ff. nel 1893), Antonio Sorrentino (1894), Gaetano Biamonte (1896/99), Mariano Scalfari, Domenico Folino (1900/1), Tommaso Elia (1902) e ancora Gaetano Biamonte (ff. nel 1902).                                                                                                                                          Al tempo del terremoto del 1905 era sindaco Alberto Giordano, seguito nel 1908 da G. Tallarico e poi da Gaetano Biamonte, Antonio Folino, Tommaso Elia, Domenico Sorrentino (ff), Gaetano Giardino, Domenico Scalise, Tommaso Elia (ff). Fu quindi la volta dei Podestà fascisti

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La legge Acerbo n°2444 del 18.11.1923 introdusse il sistema elettorale maggioritario plurinominale all’interno del collegio unico nazionale: ogni lista poteva presentare un numero di candidati pari ai 2/3 dei seggi in palio (fu anche introdotta la scheda al posto della busta): alle elezioni del 6.4.1924 la lista nazionale di Mussolini e del PNF ottenne il 61,3% dei voti, 356+19 (liste civetta) seggi, contro i 161 seggi delle opposizioni comuniste, socialiste e popolari. La legge elettorale nazionale precedente (del 1919, voluta dal PPI durante il Governo Orlando) era proporzionale per circoscrizioni provinciali e non prevedeva il voto alle donne.

In Calabria, alle elezioni politiche del 1924 la lista del PNF (di Michele Bianchi, plenipotenziario regionale del cavaliere Benito Mussolini) ottenne 183.812 voti (su 244.446 validi), pari la 75,12% dei suffragi (e 15 Parlamentari); alle opposizioni andarono 60.628 voti, pari al 24,80% (8 Parlamentari). Ma nelle città il PNF prese solo il 40% a Catanzaro, il 39,2% a Reggio e il 40% a Cosenza: nelle campagne e nei paesi, invece, si era determinato il travaso della vecchia classe dirigente nel nuovo partito e nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

Il Fascismo introdusse anche la riforma podestarile dei Comuni, con la legge 4.2.1926, n°237 (per i comuni con meno di 5.000 abitanti e poi, dal 21 aprile 1927, anche per gli altri comuni; nelle Province, la Legge 27.12.1928,n°2962 istitutiva del Preside della Deputazione Provinciale): le funzioni del Sindaco, della Giunta Municipale e del Consiglio venivano conferite ad un organo monocratico (il Podestà), nominato con Decreto Reale per la durata di 5 anni, ma revocabile dal Ministero dell’Interno per motivi d’ordine pubblico e per inadempienza dei doveri dell’ufficio. Il Podestà era coadiuvato da una Consulta Municipale (i Consultori, non meno di 6, erano nominati dal Prefetto: 1/3 direttamente e 2/3 su designazione degli enti economici, dei sindacati e delle associazioni locali). Nel 1934 fu emanato il TULCP, in vigore fino all’entrata in vigore del TUEL 267/2000.

La legge di riforma elettorale nazionale del 17.5.1928 indisse le elezioni politiche del 24.3.1929, ridotte a semplice approvazione di un listone di 400 deputati designati dal Gran Consiglio del Fascismo (nato dalla riforma costituzionale della L.8.12.1928, n°2693, che erodeva le competenze del Re in materia di successione al trono e di nomina del capo del governo).

Nel 1931 fu emanato il Regolamento del T.U.P.S. 773, , che introduceva l’istituto dell’ordinanza prefettizia per il “confino politico” delle persone considerate pericolose per la sicurezza pubblica o per l’ordine nazionale, anche in assenza di una condanna o di un processo penale. Il Fascismo  – secondo Leo Longanesi  – diveniva una “dittatura temperata dall’inosservanza delle leggi”.

In Italia furono attivate 262 colonie di confino, per oltre 10.000 nemici del regime, di cui 2.500 inviati in 80 Comuni calabresi, muniti della “carta di permanenza” e del sussidio di £5 giornaliere. Diverse le cartelle biografiche dei confinati, tra cui quella del conte Paolo di Verdun di Cantogno (frazione di Villafranca di Piemonte), già capitano d’artiglieria dell’esercito reale, magistrato a Torino e restituito al ruolo di Procuratore della Repubblica a Napoli, dopo il ’45. Dai racconti degli anziani doveva essere una persona di cultura, fedele al re e al duce, abitava da una certa Tora, qualche volta si fermava nella farmacia dello speziale Luigi Sinclitico, frequentata anche dal parroco Antonio Scalise (fondatore nel 1919 del PPI provinciale) e dal segretario del locale PNF (dott. Francesco Placida). Napoletani erano altri due confinati a Crichi (l’avv. Pascariella e il commerciante Cioffi); presso Eugenio Paucci abitava il nobile torinese Marino. C’è chi ancora ricorda il distinto chimico di Savona, il professore di matematica Muscoliati, Pietro Giorgi (assai più modesto, che non disdegnava di fare il banditore per qualche centesimo).

Con Legge n° 129 del 19.1.1939 fu disposta la sostituzione della Camera dei Deputati con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni: veniva espunta dall’ordinamento italiano ogni “finzione” elettorale. La magistratura podestarile fu in vigore dal 24.12.1926 al 19.4.1945 e gli organi democratici dei Comuni rimasero sospesi fino all’insediamento del Governo dell’Amgot (Governo Militare Alleato), nel Febbraio del 1944.

Con R.D. Legge n°111 del 4.4.1944 furono fissate “Norme transitorie per l’amministrazione dei Comuni e delle Provincie” (G.U., serie speciale 22.4.1944,n°21):

Art.1 : Ogni Comune ha un Sindaco e una Giunta Municipale…nominati dal Prefetto….possono essere revocati dal Prefetto per inadempienza dei doveri d’ufficio o per motivi d’ordine pubblico…Non è ammesso gravame in sede giurisdizionale o amministrativa.

Art.4: L’amministrazione di ogni Provincia è composta da un Presidente e da una Deputazione provinciale…nominati dal Prefetto…

Nell’estate del 1926 la guida della federazione del PNF di Catanzaro passò da Gino Pelaggi a Ernesto Galeazzi, il quale perorò la nomina prefettizia a Podestà di Simeri Crichi dell’avv. Cav. Silvio Cimino (marito di Annina Cimino ), il quale rimase in carica fino al 1939 (con segretario comunale il dott. Giuseppe Cesareo, preceduto dal dott. Illuminato Ferrari e dal rag. Attilio Valenti).Si avvicendarono nella carica di delegato podestarile per la frazione Simeri il maresciallo del CC.RR. Antonio Cianflone e Vito Fortunato Peronaci. Tesoriere comunale era Riccardo Colao; appaltatore dell’imposta di consumo Pietro Aguzzi. Nel 1936 il dott. Francesco Placida, alla morte del dott. Pasquale Cortese, assumeva l’incarico di medico condotto, con Simonini Aurora in Paucci levatrice comunale e Luigi Sinclitico farmacista. Ufficiale d’ordine, per la tenuta dei registri di stato civile e dell’ufficio di Conciliazione, era Alberto Giardino. Il Comune (2406 abitanti) aderiva al Consorzio Acquedotto Albi et Uniti, mentre sin dal 1921 utilizzava per la pubblica illuminazione la corrente elettrica della centrale di Gonìa della Società Idro-Elettrica Simeri (del parroco don Antonio Scalise); veterinario consortile era il dott. Paolo Tulelli, insegnanti elementari Pietro Placida, Maria Stigliano e Rosa Casanova in De Nicolò.

La commissione censuaria per l’imposta dei fabbricati rurali è così composta:

Dott. Luigi Sinclitico e Giulino Salvatore di nomina prefettizia, Grande Giacomo, Merante Domenico, Sicilia Francesco (nomina podestarile), Elia Antonio e Mirante Eugenio (nomina prefettizia), Chiarella Giuseppe e Bruno Antonio.

Nel 1939, il segretario del fascio Gaetano Scalise (fratello del parroco don Antonio) veniva nominato commissario prefettizio, con l’assistenza del segretario comunale Angelo Talarico; delegato podestarile il brigadiere dei CC.RR. Michele De Nicolò; il 2.2.1944 era commissario prefettizio Vitaliano  Opipari di Zagarise, assistito dal segretario comunale Angelo Talarico.

Il 25 agosto dello stesso anno, con decreto 1602/44, il prefetto Falcone Lucifero, sotto l’impulso dell’AMGOT (governo militare alleato per i territori occupati), nominava sindaco per la “regolare amministrazione ordinaria “Angelo Grande, il quale nomina assessori Tommaso Elia e Michele Mosca, delegato per Simeri Giuseppe Battaglia.

Il 15 settembre 1945 il prefetto Federico Solimena nomina commissario Paucci Eugenio (segretario Mazzei Pasquale), il quale sostituisce Battaglia con Caruso Salvatore come delegato per Simeri.

Il direttore dell’ufficio comunale imposte di consumo, Francesco Lopez (subentrato ad Aguzzi) viene sostituito con Di Lieto Roberto. Al posto di Nicolina Pignataro, viene nominata ostetrica la fiorentina Olga Marianelli (poi sostituita da Maria Teti). La commissione ECA è costituita da: Angelo Grande, don Antonio Scalise, maresciallo cc.rr. Rocco Cutrì, Luigi Piterà (fiduciario lavoratori della terra) e Francesco Sicilia.

Il 13 aprile 1946 s’insedia il primo consiglio comunale eletto a suffragio universale: nomina sindaco l’avv. Giuseppe Perrone e assessori Mirante Domenico e Pollinzi Tommaso (supplenti Cosco Crispino e Colao Giuseppe). Segretario comunale Angelo Talarico. Durante i 4 anni di consiglia tura rivestirono la carica di sindaco anche Tommaso Pollinzi (1948), Domenico Mirante (1949) e Cosco Crsipino (1950/51).

Al referendum istituzionale del 2.6.1946, Simeri Crichi così votò: Monarchia 535 voti, Repubblica 585voti, schede nulle 106.

Nel 1951 fu eletto sindaco il dott. Filippo De Salazar (poi ufficiale medico e sostituito nel 1953 da Antonio Elia  e nel 1956 da Marcello Mirante) .

In seguito hanno ricoperto la carica di sindaco: Giuseppe Loiero (’56-60; ’60-64 e ’70-’72), Nicola Antonio Folino (’64-’70), Elio Tiriolo (’73-’77; era anche sottosegretario di Stato); Antonio Celi (’78-’81), Francesco Zangari (1981), Marcello Barberio (’82-’88; ’88-’93; 2011- 2016), Liborio Russetti (’93-’97), Francesco Primo (’97-2002), Saverio Loiero (2002-2006 e 2006-2011), Pietro Mancuso (2016-2021) e la Commissione straordinaria nominata co DPR del 2021.

A partire dagli anni ’70, si è sviluppata significativamente l’area di Simeri Mare.

 Al Referendum del 2.6.1946 così si espressero i 1226 votanti (elettori 1402) di Simeri Crichi:

  • Monarchia:535 voti
  • Repubblica: 585 voti
  • Nulle: 106 schede

Alle lezioni per l’Assemblea Costituente del 2.6.1946 ottennero voti:

  • Dc      287
  • Pri      248
  • Nulle  238
  • Pci        39
  • Psiup    42
  • Pc int    16
  • Pd’Az. 20
  • Bnl     213

Elezioni amministrative del 7 aprile 1946:

Capolista dello Scudo Crociato era il commissario prefettizio Eugenio Paucci, che non fu eletto in Consiglio Comunale; del “Sole Nascente” era capolista Giuseppe Perrone: eletto sindaco, fu costretto alle dimissioni, dopo qualche tempo.

Consiglio Comunale:

Mirante Domenico (692 voti complessivi), Perrone Giuseppe (672), Pollinzi Tommaso (674), Colao Giuseppe (673), Bomprezzi Ezio (668), Battaglia Giuseppe (675), Canino Nicola (669), Peronaci Vito (672), Cosco Crispino (681), Scalise Emilio (673), Sicilia Pietro (673), Mazzariol Pietro (656), Lopez Nicola (450), Giulino Crispino (436), Chiarella Giuseppe (448).

Alle elezioni politiche del 18 Aprile 1948 Simeri Crichi votò così:

Camera dei Deputati: elettori 1435, votanti 1307:  Fdp 265, Dc 459, Pri 183, Pc d’It 117, Bn 74, Ms 65…Nulle 73

Senato: elettori 1210, votanti 1099: DC 464, Ind I. 169, Sc 259, Bn 69…Nulle 129.

Alle elezioni comunali del 27 maggio 1952 furono presentate 3 liste elettorali: “Tromba- Per la Rinascita del Mezzogiorno” (4 candidati, capeggiati di Rosario Perrone: 14 voti), “Spiga-Lavoro e Pace” (capeggiata da Angelo Paucci: 376 voti) e “Grappolo d’uva con foglia” (voti 570, capolista Filippo De Salazar, eletto sindaco, ma poi dimissionario, essendosi arruolato come ufficiale medico nell’esercito italiano. Fu sostituito nella carica dal consigliere anziano Marcello Mirante).

Consiglio Comunale:

Mirante Marcello (790), De Salazar Filippo (782), Spagnolo Domenico (761), Morrone Francesco (760), Lopez Nicola (759), Elia Giuseppe Antonio (756), Canino Nicola (753), Giulino Crispino (749), Cosco Donato (749), Rotella Francesco Domenico (748), Marino Peppino (746), Cosco Crispino (744), Rubino Giuseppe (744), Tallarico Ruggero (743), Colosimo Santo (737), Madia Domenico (736), Viapiana Emilio (652), Paucci Angelo( 649), dot. Grande Paolo (646), Coppoletta Domenico (637).

Alle elezioni politiche del 7 Giugno 1953 votarono 1586 elettori per la Camera e 1362 per il Senato:

Camera: Pci 438, Psi 23, Usi 33, Padi 13, Pri 45, DC 584, Pli 13, Pnm 136, Msi 107, Nulle 99

Senato: Dc 523, Pci 387, Psi 27, Msi 126, Pnm 142, Psdi 23, Pli 12, Nulle 51.

Alle elezioni comunali del 1956 furono presentate 2 liste: “Vela e Aratro” (capolista Rosario Perrone) e “Colomba con Ramoscello d’olivo” (capolista Giuseppe Loiero, poi eletto sindaco)

Consiglio Comunale:

Mussari Nicola(774), Elia Tommaso (770), Loiero Giuseppe (764), Talarico Tommaso (764), Celi Salvatore (763), Di Lieto Roberto (757), Colao Santo (750), Canino Giuseppe (746), Nagero Giuseppe (744), Sculco Pietro Paolo (743), Palaia Ignazio Giuseppe (741), Pontieri Sebastiano Salvatore (740), Tallarico Ruggero (737), Marino Peppino (736), Donato Luigi (735), Prestinaci Nicola (735), Perrone Rosario (734), Rotella Francesco Domenico (731), Chiarella Raffaele Francesco (731), Zangari Salvatore Nicola (730).

Alle elezioni politiche del 25.5.1958 gli elettori erano 1815 alla Camera dei Deputati (votanti1742) e 1560 al Senato (votanti 1513). Risultati elettorali:

Camera: Pci 594, Pri 24, Psi 31, Psdi 25, Dc 863,Pli 59, Pmp 36,Pnm 20,Msi25, Nulle 62

Senato: 489, pri 40,psi 50, Psdi 7, DC686, Uci 28,Pli 8, Pnm 19, Msi110, Nulle 76

Alle elezioni comunali del 6.11.1960 furono presentate 3 liste: “Colomba con ramoscello d’olivo”  (capolista il sindaco uscente, Giuseppe Loiero: ottenne 584 voti di lista), la lista “Margherita” (capolista Pugliese Giuseppe: voti 112) e “Vela e Aratro” (capolista Rosario Perrone: 317 voti di lista e 4 consiglieri).

Consiglio Comunale:

Coppoletta Filippo (738), Doria Domenico (735), Critelli Guido Santo (724), Giovane Marcello (716), Loiero Giuseppe (716), Talarico Tommaso (716), Di Lieto Roberto (710), Madia Angelo (691), Marino Peppino (685), Fabiano Francesco (680), Pontieri Sebastiano (678), Rotella Francesco Domenico (655), Sacchetta Giuseppe (670), Palaia Ignazio Giuseppe (573), Folino Nicola (655), Tarantino Giovanni ( 549), Perrone Rosario (522), Zangari Domenico,(476) Bilotta Angelo (472), De Salazar Orlando (472).

Alle elezioni politiche del 18.4.1963 gli elettori erano 1829 per la Camera (Votanti 1720) e 1652 per il Senato (votanti 1555). Ottennero voti:

Camera: Pci 685, Pdium 29, Msi 42, Psi 52, DC 721, Psdi 48, Pli 52, Pri 24, Nulle 66

Senato: Pci556, Psi 115, Pdium 26, Dc 639, Psdi 35,Msi 34, Nulle 107.

Alle elezioni comunali del 22.11.1964 furono presentate 2 liste: Pci (capolista Marco Mazzuca, che non fu eletto in consiglio comunale, mentre la lista ottenne 554 voti) e “Ramoscello d’olivo” (capolista Nicola Antonio Folino, assessore uscente: voti di lista 575 e 16 consiglieri).

Consiglio Comunale:

Alfieri Salvatore (901), Madia Angelo Alfredo (899), Canino Camillo (898), Folino Nicola Antonio (897), Primo Giuseppe (896), Riccelli Stefano (895), Cosco Alberto (897), Assisi Sebastiano (895), Corea Antonio Angelo Gabriele (883), Meta Giuseppe (884), Nagero Giuseppe (872), dott. Ieraci Antonio (870), Patamia Antonio (866), Mirante Michele (760), Grande Giovanni (762), Talarico Tommaso (845), Vono Silverio (684), Mirante Antonio (672), Aveta Antonio (661), Colao Luigi (660), Al Dott. Ieraci decaduto subentrò De Salazar Orlando (654).

22.5.1968: Elezioni politiche:

Camera: elettori 1800 (votanti 1668): Pci 497, Psiup 21, Msi 31,  Psu 152, Pli 128,Pri 72, Pdium 7, Dc 693, Nulle 61

Senato: elettori 1651 (votanti 1550): Pci-psiup 493, Pli 130, Psu 137, Pri41,Msi 51,Pdium 12,Dc592, Nulle 94.

Alle elezioni comunali del 7 giugno 1970 furono presentate 3 liste: “Tromba- Per la Rinascita del Mezzogiorno” (capolista Marcello Barberio: voti di lista 386: eletti 7 consiglieri comunali), “Bilancia” (capolista Giuseppe Nagero: voti 221: nessun consigliere) e “Torre” (capolista Giuseppe Loiero: Voti di lista 329 e 13 consiglieri)

Consiglio Comunale:

Loiero Giuseppe (647), Barberio Marcello (626), Vono Silverio (599), Tarantino Alfredo (584), Folino Massimo (581), Pontieri Federico (571), Dell’Apa Giuseppe (570), Critelli Salvatore (568), Critelli Guido (567), Pugliese Donato (566), Critelli Tommaso (561), Catizone Salvatore (558), Oliverio Salvatore (554), Tallarico Ruggero (552), Gatto Guido Maria (552), Marino Peppino (551), Colao Vincenzo Agostino (546), Critelli Alfonso (541), Alfieri Salvatore (540), Patamia Francesco Antonio(540).

Fu eletto sindaco Giuseppe Loiero il 7.8.1970; l’amministrazione si sciolse anticipatamente il 10.5.1973: fu nominato commissario prefettizio il rag. Antonio Bombaci.

Elezioni politiche del 7.5.1972:

Camera: elettori 1801 (votanti 1634): Pci 435, Psi 100, Psiup 48, Msi 116, Psdi 30, Dc 596, Pri 102, Manifesto 7, Mpl 44, Pli 90

Senato: elettori 1619 (votanti 1487): Pci-psiup 450, Psi 151, Msi 136, Pli 50,Dc 543, Pri 49, Psdi 9.

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Alle elezioni comunali (tornata elettorale straordinaria) del 22 novembre 1973 furono presentate 4 liste: “Tre spighe” (capolista Marcello Barberio: voti di lista 353, consiglieri eletti 4), “Torre” (capolista Rosario Perrone: voti 70), Psi (capolista Luigi Colao: voti 17) e DC (capolista Elio Tiriolo: voti 440 e 16 consiglieri eletti).

Consiglio Comunale:

Elio Tiriolo (821), Gentile Antonio (780), Primo Rosaria (770:prima donna eletta in C.C. e poi anche assessore), Elia Tommaso (769), Boccuto Giuseppe (766), Primerano Angelo (759), Celi Salvatore (754), Patamia Alfredo (754), Doria Domenico (753), Folino Nicola Antonio (743), Sgrò Nicola (751), Talarico Francesco (715), Giordano Antonio (710), Folino Massimo( 680), Macrì Vincenzo (745), Lopez Alfredo (673), Barberio Marcello (534), Nagero Giuseppe (531), Riccelli Sebastiano (508), Caruso Rosario (505).

Il Consiglio Comunale si sciolse anticipatamente nel giugno del 1977: rimasero in carica il Sindaco e la G.M. sino al rinnovo, avvenuto nella tornata elettorale straordinaria del 14.5.1978.  

Al referendum del 12 maggio 1974  per l’abrogazione della legge sul divorzio gli elettori furono 1774 (votanti 1418):

  • Voti SI 773,
  • Voti NO 607,
  • Nulle 19,
  • Bianche 19.

Il 15 giugno 1975: elezioni provinciali e regionali:

Provincia:

Pci 367, Pri 102, Msi 70, Psi 137, Dc 928

Regione:

Pci 391, Dc 855, Unità Proletaria 21, Pri 60, Psi 131, Msi 61, Psdi 24, Pli 73.

Alle elezioni politiche del 20 giugno 1976 gli elettori risultavano:

Camera: elettori 1975 (votanti 1756): Pci 650, P. Radicale 10, Dem. Prol. 6, Msi 73, Psi 99, Pri 24, Pli 51, Psdi 19, Dc 765, Bianche 27, Nulle 34.

Senato: elettori 1672 (votanti 1449): Pci 550, P. Rad 7, Msi 98, Psi 117, Pri 15, Pli 18, Psdi 23, Dc 522, Bianche 67, Nulle 24.

Alle elezioni comunali del 14 maggio 1978 furono presentate 2 liste:“ Sinistra Unita” (capolista Marcello Barberio) e “DC” (capolista Celi Antonio)

Consiglio Comunale:

Celi Antonio, Elia Giuseppe, Gesualdi Benito, Boccuto Giuseppe, Patamia Alfredo, Sgrò Nicola, Giordano Antonio, Canino Gaetano, Zangari Francesco, Viapiana Angelo, Canistrà Alfredo, Macrì Vincenzo, Lopez Alfredo, Coppoletta Filippo, Catizone Nicola, Barberio Marcello, Primo Francesco, Caruso Rosario, Giulino Crispino

In seguito all’uccisione del Vice Sindaco (Benito Gesualdi) nel 1981, si dimise il sindaco Antonio Celi e gli subentrò Francesco Zangari; a novembre dello stesso anno si sciolse il Consiglio Comunale e la gestione dell’Ente fu affidata prima al commissario prefettizio Dott. Cianciolo (V. Prefetto di CZ) e infine al rag. Antonio Mazza.

11 giugno 1978: Elezioni Referendarie

3 giugno 1979: Elezioni Politiche

10 giugno 1979 Elezioni Europee

17 maggio 1981: Elezioni Referendarie: per l’abolizione della legge sull’aborto

Alle elezioni comunali del 6 giugno 1982 furono presentate 2 liste: “Sveglia” (capolista Barberio Marcello: 16 consiglieri eletti) e “DC” (capolista Nicola Antonio Folino: 4 consiglieri eletti)

Consiglio Comunale:

Barberio Marcello, Biamonte Francesco, Colao Arturo, Colao Domenico Rosario, Ferrarelli Renato F.sco Angelo, Folino Domenico, Garcea Francesco Antonio, Giulino Crispino Antonio, Marino Peppino, Parrò Vincenzo, Patamia Pasquale, Paucci Luigi, Primo Francesco, Russetti Liborio, Zangari Felice, Folino Nicola, Coppoletta Francesco, Fabiano Giuseppe, Palaia Antonio Giacomo.

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                Crichi, casa Mantia

26 giugno 1983:elezioni politiche

17 giugno 1984 :elezioni europee

Elezioni provinciali e regionali 1985:

(eletto consigliere provinciale il sindaco di Simeri Crichi, Marcello Barberio, nella lista PCI)

14 giugno 1987: elezioni politiche

8 novembre 1987: Consultazione referendaria

Alle elezioni Comunali del 29 Maggio 1988 furono presentate 2 liste: “Sveglia” (capolista il sindaco uscente Marcello Barberio: 16 consiglieri eletti) e “DC” (capolista Primo Valentino: 4 consiglieri eletti).

Consiglio Comunale:

Barberio Marcello, Barbieri Teodorino, Biamonte Domenico, Colao Domenico, Critelli Gelsomina Rosa, Ferarelli Renato F.A,, Giulino Crispino A, Marino Peppino, Morrone Antonietta, Palaia Gaetano, Parrò Vincenzo, Parrotta Rosaria, Pollinzi Erminia, Primo Francesco, Pugliese Giovanni, Vigetti Francesco, Primo Valentino, Fabiano Giuseppe, Nagero Giancarlo, Sinopoli Vincenzo.

18 giugno 1989: Elezioni Europee

6 maggio 1990: Elezioni provinciali e regionali:

(rieletto consigliere provinciale Marcello Barberio (Pci), sindaco di Simeri Crichi in carica): ha ricoperto la carica di Presidente della Provincia di Catanzaro dal 30 marzo 1994 al 7 maggio 1995.

3 giugno 1990: consultazioni referendarie

9 giugno 1991: consultazioni referendarie

Alle elezioni Comunali del 6.giugno 1993 furono presentate 2 liste: “Insieme per cambiare” (capolista Russetti Liborio, già v.Sindaco dal 1982 al 1988) e “Trasparenza e Partecipazione” (capolista Giulino Crispino Antonio, assessore uscente)

Consiglio Comunale:

Russetti Liborio, Palaia Gaetano, Rotundo Francesco Salvatore, Nagero Giancarlo, Mirante Anna Maria, Cosco Emilio, Coppoletta Rosario, Colao Rosanna, Catizone Giuseppe, Zangari Alessandro, Colao Rosanna, Giordano Carmela Anna, Pugliese Marcello, Giulino Crispino, Canoino Elisio, Parrò Vincenzo.  Talarico Antonio (optò per il Consiglio comunale di Catanzaro e gli subentrò Primo Francesco)

27 marzo 1994:elezioni politiche

23 aprile 1995: elezioni provinciali e regionali:

eletto consigliere provinciale Giulino Crispino Antonio (in una lista apparentata col candidato a Presidente Marcello Barberio (presidente uscente dell’Am. Prov. Di Catanzaro, prima della tripartizione territoriale. Al ballottaggio a Simeri Crichi si ebbe il seguente risultato: Giuseppe Martino(centro-destra) voti 530, Marcello Barberio (centro-sinistra) voti 1520

11 giugno 1995: consultazione elettorale referendaria su 11 quesiti

21 aprile 1996: elezioni politiche

Alle elezioni comunali del 27 aprile 1997, furono presentate 5 liste elettorali: “Patto per la libertà” (capolista Sica Vincenzina: voti 689: consiglieri 3), “Unità per Simeri Crichi” (capolista Francesco Primo: voti 998: consiglieri 13), “Arcobaleno” (capolista Barbieri Teodorino: voti 231: nessun consigliere), “Impegno” (capolista Talarico Antonio.514 voti: consiglieri 2), “Unire per continuare” (capolista il sindaco uscente Russetti Liborio: voti 80).

Consiglio Comunale:

Primo Francesco, Biamonte Angela, Critelli Rosario, Mancuso Gina Teresa, Mellace Giuseppe, Palaia Gaetano, Talarico massimo, Tiriolo Bruno, Viapiana Angelo, Lauria Domenico, Giulino Giuseppe, Garcea Francesco, Talarico Antonio,, Canino Pasquale Secondo, Vincenzina Sica, Valentino Primo, Colao Bernardo.

15 giugno 1997: consultazioni referendarie (caccia)

18 aprile 1998: consultazione referendaria per abolizione quota proporzionale legge elettorale

13 giugno 1999: elezioni europee

13 giugno 2001: elezioni politiche con collegi uninominali

Elezioni Comunali 2001: presentate 3 liste elettorali, capeggiate da Saverio Loiero (917 voti e maggioranza in consiglio), Francesco Primo (voti 901 e 3 consiglieri) e Valentino Primo (voti 885 e 2 consiglieri).

Consiglio comunale:

Loiero Saverio, Elia Leonardo, Catizone Giuseppe, Madia Maria, Boccuto Giuseppe,  Muraca Giuseppe, Loscavo Pietro, Madia Maria, Mancuso P, Muraca Giuseppe, Palaia Francesca, Pugliese Giovanni, (Salerno Pasquale), Sgrò Nicola, Primo Francesco, Critelli Rosario, Mellace Giuseppe, Canino Pasquale, Talarico Antonio, Primo Valentino, Nagero Giancarlo.

Alle elezioni comunali del 28/29 maggio 2006 furono presentate 2 liste elettorali: “Lista del Sole” (capolista il sindaco uscente Saverio Loiero, voti 1420: 51,9%) e “Unità per Simeri Crichi” (capolista Francesco Primo, voti 1300).

Consiglio Comunale

Saverio Loiero, Canistrà Giuseppe (dimissionario nel 2008 da consigliere e da V. Sindaco e sostituito in entrambe le cariche da Caterina Coppoletta), Nagero Giancarlo, Salerno Pasquale, Cosco Donato, Primo Valentino, Colao Emma (sostituta da Pugliese Giovanni),Boccuto Giuseppe, Mancuso Pietro, Madia Maria Nicolina, De Salazar Mario Nicola, Rotella Francesco, Primo Francesco, Vono Domenico, Costa Maria, Primerano Francesco, Canino Pasquale Secondo.

 Elezioni Comunali del 15 e 16 Maggio 2011: (per l’elezione di 12 consiglieri) presentate 3 liste elettorali, capeggiate da Marcello Barberio (Unione Civica:1.128 voti, pari al 35,89%, 8 consiglieri eletti), Maria Costa (La Svolta, 993 voti, pari al 31,59%, 2 consiglieri eletti) e Giancarlo Nagero (Futuro Insieme, 1.022 voti, pari al 32,51%, 2 consiglieri eletti).

Consiglio comunale:

Marcello Barberio, Alessio Zangari, Elia Leonardo Antonio (deceduto prima del voto e surrogato con Simone Marchese), Caterina Falcone, Francesco Alberto, Clementina Colao, Rosetta Riccelli, Adriana Nagero, Antonio Domenico Zangari, Nagero Giancarlo, Garcea Rosario, Maria Costa, Michele Gigliotti.

Elezioni comunali del 5 giugno 2016:                                                                                       

 Presenti due liste capeggiate da Pietro Mancuso (Insieme per Simeri Crichi, voti 1740, pari al 54,40%, 8 consiglieri eletti) e da Saverio Loiero (Saverio Loiero Sindaco, voti 1458, pari al 45,59%, 4 consiglieri eletti)

Consiglio Comunale:

Pietro Mancuso, Saverio Brutto, Lorenzo Commisso, Caterina Zangari, Gaetano Nania, Giuseppe Palaia, Domenico Garcea, Eugenio Grande, Salvatore Colao, Saverio Loiero (dimissionario e surrogato da Antonio Fabiano), Giancarlo Nagero, Massimo Talarico, Pasquale Salerno.

Con DPR 13.08.2021, è stato sciolto il Consiglio comunale a norma dell’art.143 del d.lgs.267/2000 e la gestione dell’Ente affidata a una commissione straordinaria composta dai commissari Aldo Lombardo, Salvatore Tedesco e Marialuisa Tripodi.

25.09.2022: elezioni Politiche

22 e 23 Ottobre 2023: Elezioni comunali,

 (dopo 2 anni di gestione commissariale straordinaria): presentate tre liste elettorali :1) Uniti per Simeri Crichi (candidato a Sindaco Luigi Talarico: voti 795, eletti 2 consiglieri comunali); 2) CambiAmo Simeri Crichi (candidato a Sindaco Davide Zicchinella, voti 1308, eletti 8 consiglieri comunali); Simeri Crichi nel cuore (candidato a Sindaco Giuseppe Canistrà: voti 961, eletti 2 consiglieri comunali).

Consiglio Comunale:

Davide Zicchinella 1308 v., Lorenzo Commisso168v., Franco Alberto159v., Giuseppina Pugliese146v., Roberto Patamia137v., Nicola Polito124v., Rita Marotta 103v., Francesco Primo 101v., Mariaelena Prestinaci 89v, Giuseppe Canistrà961v., Massimo Nicola Talarico 126v., Luigi Talarico 795v., Zangari Alessio 103v.

 

N O T E

(1)     L’Alli nasce dal monte Calistro, ha un corso di 46 Km e raccoglie le acque degli affluenti Passante, Litrello, Vallegrande, Le Pere, Mandriagrande, Catananno, Annata e Val di    Pietro o di Giacchino. Il Simeri o Ortica è il Semirus pliniano; attuali affluenti: Finaieri, Cerasito, Molini, Salinella.

(2)     Il Ghetto degli Ebrei, “banchieri” del luogo, presenti ab antiquo e costretti a portare il fiocco giallo del “tau” (come il distintivo delle meretrici) e a pagare la “mortafa”, ma autorizzati a praticare l’usura. E’ di Simeri la Ketabah (contratto prematrimoniale ebraico) più antica conservata in Italia: risale al 1439 ed è sottoscritta da 10 rabbini.

(3)     Gli furono attribuiti i Villaggi (frazioni) di Crichi e della Petrizia. Nel 1856 i Borboni introdussero la scuola pubblica (fino alla terza classe; la quinta fu introdotta nel 1933); dal dopoguerra era attiva a Crichi la Direzione Didattica, nel 1958 fu aperta la Scuola di Avviamento professionale e dal 1963 la Scuola Media unificata. L’Istituto Comprensivo di Simeri Crichi, intitolato a Benedetto Citriniti, nel 2020 è stato accorpato all’Ist. Comprensivo A. Dolce di Cropani.  Il monumento ai caduti è del 1957.

(4)     La necropoli di Donnomarco, scoperta dall’ing. Giuseppe Foderaro nel 1880, risale al Bronzo Finale-Prima Età del Ferro, mentre alle “Chianche” (“Plancae dicebatur tabulae planae”, cioè una lastra di pietra: così Festo in “De verborum significatione”) sono stati distrutti diversi dolmen, menhir e triliti dell’eneolitico.

(5)     Cfr Marcello Barberio, “La via dell’ambra e la civiltà enea in Calabria”, in Calabria Letteraria 7-8-9/1987, pag 52 e sg.

(6)     La chiesa parrocchiale di Crichi, restaurata nel 1795, custodisce 3 pregevoli tele neoclassiche: un San Nicola di Giò. Paladino, Scene dal Purgatorio e la pala d’altare dell’Annunciazione.

(7)     Cronica di Taverna di Ferrante Galas, pag. 5

(8)     La storia di Trischene era custodita in 2 documenti scritti: il primo, in dialetto attico, fu tradotto in latino nel XVI secolo col titolo di “Brevis narratiuncula Uriae”, l’altro era intitolato “Compendio della storia di Trischene” e proseguiva con una “Storia Pesacense”. Cfr V. Ursetta, in Calabria Letteraria anno V.

(9)      Cfr. Brutium, anno XLIII, n°4, articolo di Bruno Barillaro. Fortunato Lupis Crisafi,               “Da Reggio a Metaponto”.

(10)  Pietro Borgia, nel 1594, fece edificare il convento dei Cappuccini, fuori le mura; il convento dei Domenicani era all’interno del paese e ora è adibito a residenza privata. Cfr. Operazioni della Cassa Sacra.

(11)  Nel suo territorio, intorno al 1590, fu edificato Soveria: con la vendita del feudo ai Ravaschieri, nel 1623, il paese fu detto Pallavicino, in onore di Agata Pallavicino-Ravaschieri, ma tornò a chiamarsi Soveria di Catanzaro e poi Soveria Simeri con l’istituzione dei comuni da parte dei Francesi nel 1807/11.

(12) “uomo valoroso e di grande seguito in Athenapolis”, fondatore di Rocca Niceforo e di Sellia (con famiglie latine e con prig)

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