Patamia “poeta di Simeri Crichi”

Poeta-Patamia

Antonio Patamia nato il 1° novembre 1926 a Catanzaro, risiede fin dall’adolescenza in Simeri Crichi. Le sue poesie risentono un po’ del gusto classico con l’uso di rime baciate o alternate che danno una contenuta compostezza.

La sua poesia è stata   paragonata a quella di Giacomo  Leopardi     ” essendo basata sulla contemplazione della natura e delle cose che nella realtà è fasciata da ombre di malinconia, pur se il tutto può essere superato con la ricchezza dello spirito”. Così il critico letterario Ciro Parenti ha espresso il suo pensiero dopo aver analizzato l’opera del Poeta Calabrese che, pur essendo ancor poco noto nel su angolo natale, a mietuto consensi ed apprezzamenti nei più grossi centri del nostro mondo culturale.

Morì a Catanzaro il 3 luglio 2003.

CHI SONO

Sono quel poeta

Ch’aspira a meta,

e non lo veta

l’Apol che sa.

Invan lo cerco

da tanti anni

non senz’affanni

che osa andar

le notti passo

fra sonni e veglie

su quelle sceglie

d’esaminar.

Sempre e comunque

resta il sovrano,

estroso e strano

da superar.

 Sadd’ì i posteri

lo scopriranno,

trascritti avranno

d’inverità.

S’al fin declino

m’eleggeranno,

for d’ogni osanna

tal mèrto avrò

IL RITRATTO

(Omaggio alla mamma)

Appeso alla parete d’una stanza

nel buio della casa di campagna,

c’è dipinto il suo ritratto.

Sbiaditi contorni

logorati dal tempo,

bianchi capelli

con cura ordinati,

giacca con spilla

fiorata da gemme.

Ella rimane là, tra pareti care,

in contestata vigile del posto,

ad aspettar ognun di noi che vada.

Vorrei fosse a giovin vita,

a rallegrar le tristi mura bianche,

ridondolar fra bracci e smessi grembi.

IL ricordo m’intenerisce il cor,

gli sguardi affondo in malinconie;

e gli occhi si riempiono di pianto

LABORIOSE DI SIMERI E CRICHI

O vaghe contadine

d’onde venite, o belle?

Se dipartite in quelle

qual è il Borgo vostro.

Ricchezze non bramate

se in voi non v’è tesori;

ma in tanti e tanti fiori

godrete i lor sentori.

Se all’albe ridestate

per ritornar su campi,

le orme ovver gli stampi

su calle imprimerete.

Voi siete le frughiere

d’olive in molitura,

di frutta o verzura

nella prosperità.

 

ACQUE – MURATA

La fonte non muta

d’inverno e d’estate,

se finge da vate

se linfe ne ha.

Le mani rilava,

rinfresca ogni viso,

ne lascia l’avviso

di tanta beltà.

Chi vuole mirarla

se scorre o zampilla

dischiara pupilla

gioire ne fa.

Egregia nel loco,

vicina al paese,

risfoggia palese

per chi non lo sa.

PROMESSA D’AMORE

Ti porgo una candida Rosa

per porla sui ciocchi tuoi belli,

diman ch’è giorno di festa

dirà certamente ogni cosa.

Dirà che ti voglio un gran bene

un bene d’Amore profondo,

dal ch’è sono tanto giocondo

da far mitigar ogni pena.

Le speme che sento nel l’alma

vorrei che fossero invere,

uniti per sempre alla vita

lontani da sogni e chimere.

GLI AMICI DEL BORGO

I passi muovo

misurati e lenti,

ovunque vada

a visitar parenti,

sovente mi domando

degli assenti, di cui ricordo

i resti dei commenti.

Altro modo non trovo

che mi scansi,

d’andirivieni

della nuova gente,

perchè negli atti

d’allegrezze spenti;

d’infor si legge

com’io di dentro agogno.