«

»

“uomo colto” o “uomo acculturato”?

vignetta

“colto” o “acculturato”? Errore comune è quello di pensare che le due parole siano sinonimi. Niente di più sbagliato, in quanto il primo è un aggettivo con un valore ben preciso, come spiega il dizionario Treccani;

“L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo: formarsi una cultura; avere, possedere una discreta cultura; uomo di grande, di media, di scarsa cultura; gli uomini di cultura. In senso più concreto, e collettivo, l’alta cultura, quella che si acquisisce attraverso gli studî universitari, e le persone stesse (laureati o docenti) che ne sono gli esponenti; analogamente, il mondo della cultura, gli ambienti culturalmente più elevati.

“Acculturato”, invece, non indica l’essere colti, ma il diventarlo ; fa riferimento, dunque, a un processo e non a uno stato o una qualità; eccone la definizione:

“Determinare un processo di acculturazione: acculturare un popolo; rendere qualcuno più colto; acculturarsi; compiere o subire un processo di acculturazione; diventare più istruito”.